mercoledì 14 novembre 2012

Il Gattopardo - Giuseppe Tomasi di Lampedusa


Titolo: Il Gattopardo
Autore: Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Pagine: 254

Voto: 


Il gattopardo rientra tra i cinque classici più belli che io abbia mai letto. E, senza voler esagerare, anche tra i venti libri in generale. E, diamine, conoscendomi vuol dire che è un signor libro. 

L'ho letto nel lontano 2004, in prima liceo.. Ovviamente non consenziente: mi era piaciuto, ma l'avevo trovato lento in modo esasperante. 

Ecco. Credo che il fatto che sia un testo OBBLIGATORIO in molte scuole lo rovini in maniera vergognosa. Pochi a 14 anni lo capiscono e lo apprezzano.. Fossi un insegnante di italiano, lo proporrei comeconsiglio a ragazzi dell'ultimo anno.. Altrimenti è una tortura. 

Trovo che Tomasi di Lampedusa abbia una narrazione intelligente e ironica, con quel gusto per il dettaglio che è fantastico. Apparentemente ha uno stile lezioso, pedante e pieno di fronzoli.. Ma tutta apparenza: ogni dettaglio è importante e trova una sua collocazione come nel tetris. 
I personaggi sono vivi, reali, con tutte le debolezze dell'umanità. Non sono riuscita a non amare Don Fabrizio, un uomo burbero (all'apparenza), intelligente, buono (Don Onofrio era una delle rare persone stimate dal Principe e forse la sola che non lo avesse mai derubato. (Pag 69)) ma anche debole: lo ammette lui stesso, quando va a trovare Mariannina. 
Bellissimo poi leggere, passo dopo passo, della decandenza della casata Salina, nonostante la parvenza di splendore e fasto: I piatti, ciascuno segnato da una sigla illustre, non erano che dei superstiti delle stragi compiute dagli sguatteri e provenivano da servizi disparati. (Pag 32).

Citazioni:

Gran bella cosa la scienza, quando non le passa p'a capa di attaccare la religione (Pag 30)
GLi tornò in mente ad un tratto la scrivania di Re Ferdinando a Caserta, anch'essa ingombra di pratiche e di decisioni da prendere con le quali ci si potesse illudere di influire sul torrente delle sorti che invece irrompeva per conto suo, un un'altra vallata. (Pag 43)
Don Fabrizio pensò a una medicina scoperta da poco negli USA che permetteva di non soffrire durante le operazioni più crudeli, di rimanere sereni fra le sventure. Morfina lo avevano chiamato questo rozzo surrogato chimico dello stoicismo pagano, della rassegnazione cristiana. (Pag 43)
Il principe si trovò di fronte a uno degli enigmi siciliani. In questa isola segreta dove le case sono sbarrate e i contadini dicono di ignorare la via per andare al paese nel quale vivono e che si vede lì sul colle a dieci minuti di strada, in quest'isola malgrado l'ostentato lusso di mistero, la riservatezza è un mito. (Pag 45)
Ma i sovrani, i sovrani nostri? E la legittimità dove va a finire? Non è forse illeggitimo Napoleone? Del resto neppure Giove era il legittimo re dell?olimpo. Era ovvio che il colpo di stato di Giove contro Saturno dovesse richiamare le stelle alla sua memoria. (Pag 47)
Avrebbe voluto avere l'orgoglio di essere stato il solo ad aver compreso la situazione e ad aver fatto buon viso al "bau-bau" in camicia rossa; ma si era dovuto render conto che la chiaroveggenza non era monopolio di casa Salina. (Pag 62)
"E date retta a me, Padre, prendete un bagno anche voi." Soddisfatto di aver potuto dare un ammonimento igienico a chi gliene impartiva tanti morali, si rasserenò (Pag 72)
Un uomo di quarantacinque anni può credersi ancora giovane fino al momento in cui si accorge di avere dei figli in età di amare. Il Principe si sentì invecchiato di colpo. (Pag 73)

Nessun commento:

Posta un commento