Titolo: Volo basso. Sesso, cacca e banalità: viaggio nelle cazzate che scrive Fabio Volo
Autore: Lucio Giunio Bruto
Pagine: 218
Goodreads
Voto:
COME SI FA AD APPREZZARE UNO SCRITTORE CHE SCRIVE "PATATA" PER LA VAGINA?!
Qualcuno ha una degna risposta? No, vero? Ecco, semplicemente, non si può. Ne ho lette tante di idiozie nella mia carriera di lettrice, ma questa cosa qui.. Fa seriamente accapponare la pelle!
Parto subito col dire che -fortunatamente- non ho letto i romanzi di Volo. Mi sono bastate 20 pagine di uno dei tanti (di cui non ricordo nemmeno il titolo) per farmi sanguinare gli occhi e le citazioni riportate in questo libro per farmi venire l'orticaria.. Seriamente, cosa ci trova la gente?! Volgarità, qualunquismi, ovvietà e banalità che sono VERAMENTE imbarazzanti, protagonisti creati con lo stampino e storie che seguono lo stesso percorso. Mi sento male all'idea che questo autore sia uno dei più venduti in Italia.. L'ho preso addirittura più in antipatia di Moccia (e chi l'avrebbe mai detto!): in fondo Moccia viene letto dalle tredicenni, c'è ancora tempo per riportarle sulla retta via.. Ma i lettori di Volo?! Come si recuperano i lettori di volo? Come salvare dalla perdizione tutte quelle ragazze/donne che CITANO Fabio Volo nemmeno fosse il grande guru dell'introspezione e della comprensione dell'animo umano? Come si spiega che su Facebook la pagina di questo povero demente abbia più di NOVECENTOMILA seguaci? (guardare per credere:)
Donne/ragazze/uomini/esseri viventi! RIBELLATEVI! BOICOTTATE Fabio Volo e i suoi prodotti!
A me sono bastate poche citazioni per capire che:
a) Fabio Volo NON sa scrivere.
b) Fabio Volo è un gran paraculo.
c) Fabio Volo ha tre idee in tutto (anche bruttine, diciamolo), che ricicla continuamente in tutti i suoi libri.
d) I personaggi di questi -EHM- bestsellers sono TUTTI uguali. Creati con lo stampino, stupidi e superficiali alla stessa maniera.
e) Le puttanate che si susseguono sono spacciate come perle di saggezza rare.
La felicità non è che sia fare sempre quello che si vuole, semmai è volere sempre quello che si fa...
f) Fabio Volo è un maniaco fissato col sesso e col sesso orale in particolare.
g) I suoi libri sono un'offesa al buongusto, al buon senso e alla buona letteratura. Sono un'offesa a lettori e scrittori.
h) Fabio Volo è tremendamente maschilista. Ma di un maschilismo low cost, veramente squallido.
Ma passiamo al libro, vero oggetto di questa recensione! :D
Le quattro stelle e mezzo sono date dal fatto che ogni tanto è un po' ripetitivo (ma lo capisco: Fabio Volo è un argomento così inutile che potrebbe essere sviscerato in una trentina di pagine) e poi perché ci sono molti passaggi tratti dalle varie porcate di Volo. Insomma, vero che sono presenti per denuncia.. Ma sono comunque brutte e spiacevoli da leggere.
Il libro mi ha fatto ridere come un'idiota, da una parte perché Fabio Volo in sé è ridicolo e quindi offre buon materiale per una sana risata.. Poi perché gli autori, che scrivono sotto pseudonimo, sono caustici al punto giusto: i commenti con cui inframezzano le trame/le citazioni dei libri di Volo sono epiche, cattive e totalmente azzeccate. Io VOGLIO conoscere gli autori! E' la mia missione!!
"Quegli stessi giornali incominciano a considerarlo un personaggio-celebrità del quale spiegare che "Volo non ha la macchina, va al lavoro in autobus, non ama uscire la sera, per tre anni non ha mai avuto la televisione e "anche ora non la guardo mai, non mi piace". Concetti ottimi per un'edizione straordinaria della rubrica "Chi se ne frega""
Il libro è diviso in due parti: la prima che ripercorre la
inutile fantasmagorica vita dell'autore con la sua
inconcepibile incredibile scalata al successo, le sue contraddizioni e le sue
noiosissime toccanti interviste ai vari giornali: in queste pagine apprendiamo che a) non è uno scrittore (ma scrive), non è un attore (ma recita) e non è uno speaker (ma lavora alla radio). Lui è un uomo QUALUNQUE. b) Ha smesso di studiare in terza media (E TI METTI A SCRIVERE LIBRI?!) e ha iniziato a lavorare duramente nella panetteria del padre (tenete a mente questo particolare, tornerà in modo esasperante in TUTTI i libri, anche in alcuni aforismi. Brr, rabbrividisco). c) gli piace il sesso (sì, piace a tutti, per carità, ma lui non sa parlare d'altro! e tralaltro sa farlo solo in maniera piuttosto volgarotto); d) E' di un qualunquismo quasi imbarazzante: né di destra né di sinistra, con un piede entrambe le staffe e una nonchalance nello schierarsi degna di pochi.
La seconda parte analizza in maniera minuziosa (e soprattutto, divertente!) le schifezze opere di Volo, una per una. Inutile dire che la parte più interessante sono i commenti e le prese per il culo degli autori di questo saggio! Però ecco, se dovete frequentare gente che legge solo i libri di Fabio Volo avete tre chance: a) Leggere tutti i suoi libri (scelta ALTAMENTE sconsigliata); b) Leggere questi riassunti con cui c'è pure la possibilità di farsi qualche risata o c) Trovarvi nuove frequentazioni (scelta ALTAMENTE consigliata :D)
Direi che il mio pensiero su Volo e sul libro è ababstanza chiaro: Volo è un paraculo incapace e furbetto che ha trovato inspiegabilmente miracolosamente la via del successo; questo libro invece merita e Dovrebbe esser letto da tutti coloro che hanno un minimo di senso critico dentro di sé e possono discernere un buon libro da una schifezza.. Certo, potreste farlo anche leggendo semplicemente le trame di fabiovolo, ma così è più divertente!
Vi lascio alle citazioni! Sono tante, le metto sotto spoiler così non viene fuori un post chilometrico :DD (capirai, ora che ho imparato ad usare quaesta funzione, non mi ferma più nessuno!)
SPOILER (clicca per visualizzare)
Volo all'inizio del 2003 annuncia l'arrivo del secondo [libro] che avrà un titolo indimenticabile: E' una vita che ti aspetto. E in attesa dell'evento, parla e straparla con i giornali della sua vena letteraria, proprio come se si trattasse di una cosa seria.
Volo è un'apoteosi di doppiezza: con una mano dà fondo alla retorica dell'antipersonaggio, comnl'altra mano di lascia intervistare da cani e porci.
Inutile precisare che il nuovo romanzo di Fabiovolo [Un posto nel mondo], avvincente come una telenovela argentina di serie B, è un grande successo da centinaia di migliaia di copie.
"In radio sono un buffone, in tv allegro, al cinema tiro fuori le emozioni, nei libri i pensieri più profondi. [MUAHAUAHUAAUAHAUAHAU! QUI SONO MORTA. PENSIERI PROFONDI!!! TI PREGO XD]
Le interviste si susseguono, come noccioline una tira l'altra, e l'intervistato non si stanca di ripetere il solito copione autobiografico del bravo ragazzo di provincia self made man (un po' come quello di Arcore che gli pubblica i libri).
La cosa sicura è che a questo punto Fabiovolo è veramente convinto di essere un artista.
In poche parole la trama del nuovo libro [Il giorno in più] è questa: il coglioncello Giacomo incontra sul tramuna che gli piace, poi lei se ne va a Ney York e lui decide di raggiungerla.
Il lettore tenga conto che Volo si fa le canne.
Ecco forse il segreto. Fabio Volo, da pronunciare e scrivere sempre con nomee cognome: uno qualunque. Il volto, di uno qualunque. Il talento, di uno qualunque. Lo stile, idem. E il suo libro, il manifesto inesorabile dell'Italia qualunque.
Fabio Volo non è uno scrittore, però vende. Vende tantissimo. "Repubblica" ci deve fare un articolo, per forza, è un fenomeno che non si può ignorare. L'articolo lo fa Edmondo Borselli.
CERVELLO DI BORSELLI: "Questo vende tantissimo, è italiano, è di sinistra, è nato povero, odia vivere in Italai. Il libro fa schifo, però lui è uno di noi. Facciamo che mi tengo sul vago, descrivo il fenomeno con qualche ammiccata a quanto è un bravo ragazzo. Lui che dice? Che è un NON-SCRITTORE? Bello! Uno che scrive ma non scrive? Ma è stupendo! Uno come noi, uno di noi, uno qualunque che scrive.
[Fabio volo:] "La partner da cui scappare? La perbenista.. Quella che "La prima sera non si fa". Può anche essere una dea, ma io mi smonto subito. La dinamica uomo cacciatore - donna preda è sorpassata. Che palle quella che se la tira come una damina e per conquistarla devi farti il mazzo. Siamo alla pari. Se ci sta bene, sennò niente. E se invece me la dà, non significa che debba continuare a vederla..."
Il tema Fabio Volo è declassabte dal punto di vista animale, una punizione all'esistenza e, alla base, una questione di cattivo decoro mentale. [...] Ecco che la solitudine infima e bastarda di chi non è solito farsi troppe domande -malattia peraltro socialmente contagiosa- troba in lui la perfetta medicina.
Secondo l'editore Mondadori le sue parole sono "un esilarante viaggio attraverso l'universo giovanile del Terzo millennio". Ma c'è da augurarsi che la casa editrice berlusconiana si sbagli: perché se i giovani del duemila sono coglioni come Nico, il futuro italico sarà una catastrofe di idiozia - altro che esilarante!
Si ritorna al sesso, in un apposito capitolo intitolato, con un guizzo immagnifico, "Il sesso". Perché la banalità di Fabiovolo è un'aria viziata che ristagna dappertutto, dalle mutande del protagonista al titolo di un capitolo.
Il sesso è il vero filo conduttore di Esco a fare due passi". Ed è un tema che Volo trasforma in un catalogo di banalità. Le parole di Nico sono una sarabanda di luoghi comuni, presi di peso dal repertorio del maschilismo italico e verniciati di goliardia.
Le pagine di "Esco a fare due passi" sprofondano il lettore in una palude di ovvietà, di luoghi comuni, di frasi fatte, di scontatezze e banalità. Leggere questo primo libro di Fabio Volo è come avanzare nel vuoto, attraverso l'idiozia, indugiare nel vaniloquio.
La trama del secondo libro di Fabiovolo, "E' una vita che ti aspetto" è uguale a quella del primo: cambia solo il nome del protagonista, qui si chiama Francesco, il resto è tutto uguale a quando si chiamava Nico: tanto sesso, una quantità di luoghi comuni, un po' di cacca e qualche pillola di new age riciclata.
Sempre in attesa dell'amore con la A maiuscola, intanto arriva il bottegaio in stile Fabiovolo. Nel primo libro era il salumiere Giacomo, qui è il fornaio Piero. E' un filosofo new age, questo fornaio Piero in stile Fabiovolo, infatti parla con Francesco come un Osho che sermoneggia coi discepoli.
La novità di rilievo in "Un posto nel mondo" è di tipo stilistico, ed è espressa al meglio alle pagine 64-65, tempestate da una grandinata di avverbi: sicuramente... solamente... sicuramente... esattamente... veramente... veramente... sicuramente... veramente... veramente... sicuramente... semplicemente... In due paginette, 4 volte 'sicuramente' e 4 'veramente'.
"Abbiamo finito di fare l'amore che stava arrivando la luce del giorno", butta lì Michele, e aggiunge che l'indomani "abbiamo fatto l'amore sempre". 'Sti cazzi: in pratica lo stallone alter-ego di Volo è riuscito a sostenera una monta che è durata tutta la notte fino all'alba e per tutto il giorno appresso! Questo sì che vuol essere uomini capaci di amare le donne. Fabio Volo lo sa, e le sue lettrici, -molto sensibili- lo capiscono.
Oltre a non essere in grado di delineare i singoli personaggi, Volo non è capace di scrivere un solo dialogo che come parlato sia verosimile. I suoi personaggi, tutti uguali, parlano tutti nella stessa maniera fasulla, sono indistinguibili e inverosimili proprio perché sono finti e lui, con la penna in mano, è un completo disastro.
Avviandosi al finale del suo quinto libro, Fabiovolo risfodera il tema della morte e del dolore. Ingredienti da telenovela che, dopo l'amore e il sesso, piacciono parecchio alle sue tante lettrici di bocca buona e di lacrima facile.